Condivido il pensiero di brenno 72

greg ha scritto:
Nei viet esci, puoi riprodurre alcuni pezzi nel classico pigiama nero.



il pigiama nero era la 'divisa' dei viet-cong
tuttavia, non so se nella serie Esci siano presenti o sia dedicata solo all'esercito regolare....

uhm, x quel che si vede su PSR, c'è solo una posa in braghe corte che niente avrebbe a che fare con l'esercito regolare, ma i viet-cong raramente avevano copricapi, specialmente elmetti, quindi la vedo dura... anche le pose con semplici berretti, mi sembrano troppo equipaggiate per passare x viet-cong.... almeno non senza conversioni...

comunque, mi permetto un'ulteriore osservazione se qualcun'altro intende lavorare sulla guerra del Vietnam: per quanto riguarda gli americani, per fanti ed affini (marines o aviotrasportati), tenete presente che il 60% delle truppe combattenti erano di colore, dell'altro 40%, buona parte erano comunque di altre minoranze razziali: non fateli tutti bianchi!!

Ottime info

è vero, tant'è che all' inizio del muro dove sono iscritti i nomi dei caduti e dei dispersi della guerra del Vietnam c'è una statua di bronzo, di cui neanche conoscevo l' esistenza, che rappresenta tre soldati USA di tre etnie diverse: caucasico, afroamericano ed latinoamericano.

Concordo anch'io, ma ritengo che la percentuale del 60% di truppe di colore tra le unità combattenti non rispecchi realmente la composizione razziale.
Le forze armate erano lo specchio del paese, per cui la presenza di afro-americani ed ispanici era certamente più marcata che durante la II GM e la Corea, ma rimanevano minoranze. Discorso diverso invece per la percezione che queste minoranze avevano del loro ruolo nelle forze armate. Paradossalmente proprio nei reparti logistici e di seconda linea si riscontrava una più marcata presenza di truppe di colore, in quanto ritenute più confacenti al ruolo di uomini di fatica. Le tensioni razziali si fecero comunque sentire, con risvolti clamorosi, mi riferisco in particolare a delle vere e proprie zone franche all'interno delle basi o delle navi, in cui non erano ammessi gli ufficiali in genere e i bianchi in particolare. Il fenomeno del fragging che colpiva non solo gli ufficiali/sottoufficiali particolarmente intraprendenti in combattimento, ma divenne un vero e proprio fenomeno di regolamento di conti nei confronti dei bianchi colpevoli di "razzismo" contro i fratelli neri. In conclusione l'apporto delle truppe di colore e degli ispanici durante la guerra del Vietnam, ha definitivamente sancito il loro ruolo di combattenti alla pari con i soldati bianchi, avviando le FFAA Usa alle definitiva integrazione razziale. Mi permettodi consigliare un libro molto bello sul Vietnam, ora disponibile anche in versione tascabile, "Matterhorn" di Karl Marlantes, davvero molto bello ed istruttivo per capire come si muoveva una compagnia combattente dei marines in quel lontano 1969 a ridossoo della DMZ, fortemente consigliato.

Altra notizia interessante che rispecchia la problematica razziale di quel tempo, inoltre nel conflitto del vietnam la maggior parte dei combattenti avevano 19 anni, addestrati male e inesperti

spero di riuscire ad inserire delle foto del mio viaggio di nozze dove si vedono i monumenti militari...

le cifre da me citate, sono riprese dall'enciclopedia "Nam - storia della guerra in Vietnam 1965-1975" edita da De Agostini nell'ormai lontano 1987, e fanno riferimento alle truppe di PRIMA LINEA dal 67/68 in poi; cerchero' di scovare l'esatto articolo in cui lo lessi (diavolo, mi toccherà rileggere tutti e 20 i fascicoli, perchè non mi ricordo dove fosse esattamente....)

che poi questa percentuale fosse minore sul totale delle forze armate dispiegate e fosse lo specchio del paese, va da sè;

la frase di EightBall nel film "Born to kill": "sempre il negretto dietro il grilletto" è significativa e non l'hanno inventata nè Kubrick (regista del film) ne' Hasford (autore del libro da cui è tratto), ma era molto in voga nei reparti di fanteria (fonte già citata sopra)

mi mettero' senz'altro alla ricerca del libro indicato da greg, che dev'essere uno dei pochi sull'argomento che non ho letto...
parimenti, mi sento di consigliarvi "la voce del vietnam" di Philip Caputo e "Quanto pesano i fantasmi" di Tim O'Brien

spero vada bene così... il monumento del Vietnam: