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Truppe italiane in Sinai 1917-1918
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Scritto da Giuseppe Condorelli   


Molto è stato scritto sulle vicende belliche e sull'apporto di uomini e mezzi offerto dalla Turchia, Germania, Austria e Bulgaria, e da Inghilterra, Francia e Australia in Medioriente nel corso della Grande Guerra (1914-1918).
Ma molto poco si sa,invece, delle vicende che videro partecipi i soldati appartenenti al piccolo corpo di spedizione italiano che affiancò le forze dell'Intesa sulle sabbie del Sinai e di Palestina.

Respinto il tentativo anglo francese di occupare i Dardanelli a Gallipoli nel 1915, la Turchia poté dar corso alle operazioni contro l'Egitto. Le truppe del pascià Jamal agli ordini del generale tedesco Von Kressenstein, dalla Palestina raggiunsero il canale con l'intenzione di attaccare gli inglesi in casa.
Ma il comandante britannico Murray, dopo averli respinti il 3 e 4 febbraio 1916, lanciò una controffensiva oltre il canale spingendosi fino in Palestina. Nel marzo 1917 Murray tentò di sfondare il fronte a Gaza ma fu respinto il 28 marzo e il 17 aprile, con perdite così gravi da imporre una stasi alle operazioni
Il Comando inglese, bene impressionato dalle prestazioni fornite dall'esercito italiano sul fronte veneto-friulano e su quello trentino, avrebbe "gradito in prima istanza l'invio di almeno un battaglione italiano" da impiegare nella copertura di un tratto di fronte, in modo da liberare e appoggiare una divisione inglese che Murray avrebbe desiderato utilizzare per l'imminente, duplice offensiva finale su Bersheeba e Gaza: punti chiave dello schieramento difensivo austro-turco-tedesco approntato da tempo dal generale Otto Liman von Sanders.
Il comandante in capo di Stato Maggiore dell'esercito italiano, Luigi Cadorna acconsentì l'invio di un solo battaglione di bersaglieri (tra l'altro di base a Tripoli, in Libia), appoggiato da una sezione di carabinieri comandata dal capitano Angelo Scalfi e da un raggruppamento aeronautico montato su appena 5 o 6 monomotori SALM S.2 (peraltro ottimi) appartenenti alla 118ma Squadriglia da Ricognizione.



La prima spedizione del raggruppamento "mediorientale" italiano,composta da sei ufficiali, due attendenti e 100 carabinieri armati di moschetto, partì il 6 maggio del 1917 da Napoli a bordo della nave Città di Tripoli, raggiungendo il giorno 10 dello stesso mese Tripoli dove si imbarcarono (il 13 maggio) 346 tra ufficiali e bersaglieri agli ordini del maggiore Francesco D'Agostino. Il reparto italiano, nel suo complesso, disponeva di 6 cavalli e 40 muli e di un modesto quantitativo di viveri, medicinali, munizioni per pistole e moschetti (in tutto 870.000 cartucce) e attrezzature da campo.
Tuttavia l'impegnativo servizio che verrà affidato ai Carabinieri in quello scacchiere particolarmente caldo indurrà il Comando Generale dell'Arma a rafforzarne, l'anno successivo, l'organico con un drappello di 30 uomini a cavallo, composto da 4 sottufficiali e 26 carabinieri, che partiranno da Napoli il 13 maggio 1918, ai quali si aggiungeranno più tardi anche altri 14 militari a cavallo, desunti dalla Divisione Carabinieri di Tripoli.
Sbarcati in Egitto il 19 maggio il comando inglese aiutò il maggiore D'Agostino nella fase di sistemazione a terra del reparto, inoltre l'intendenza britannica fornì agli italiani approvvigionamenti di viveri e acqua e assistenza sanitaria.
In quei primi giorni gli italiani vennero fatti accampare accanto alla base del Corpo di Spedizione francese (un'unità composta da tre battaglioni di fanteria, uno dei quali marocchino, una batteria di obici someggiati da montagna da 75 millimetri e alcune dozzine di mitragliatrici Maxim), disponendo nel contempo di un vicino magazzino viveri e munizioni in muratura messo a disposizione dalla filiale egiziana del Banco di Roma.
Il 13 giugno, il distaccamento partì a bordo di una tradotta ferroviaria da Porto Said, raggiungendo il giorno seguente la località di Rafa, situata proprio a ridosso della prima linea tenuta, in quel tratto, dalla 49ma Brigata Indiana. Subito, ai cavalleggeri italiani (una quarantina) venne affidato il compito di sorvegliare il tratto finale dell'importante linea ferrata che collegava Porto Said al fronte: questo obiettivo era stato più volte attaccato da reparti di lancieri turchi e di sabotatori a cavallo beduini.
Il 28 giugno, il generale Edmund Allenby (distintosi in Francia al comando della 3a armata) giunse in Egitto per prendere il posto del generale Murray che aveva fallito nei suoi tentativi di occupare Gaza. Il nuovo Comandante in capo dell'Armata britannica, iniziò subito a preparare una nuova grande offensiva con l'obiettivo di sfondare entro l'autunno la linea turco-tedesca Gaza-Bersheeba e poi marciare alla volta di Gerusalemme. E a favorire il piano di Allenby -che nel frattempo riceve due nuove divisioni britanniche, migliaia di cavalli e muli e circa 300 pezzi d'artiglieria- giocheranno gli attriti tra tedeschi e turchi sul come impostare la campagna.
Infatti il generale von Falkenhayn, che fa visita a Damasco per consultazioni con il Comando turco, vorrebbe scatenare una controffensiva in Mesopotamia per riconquistare Bagdad, occupata dagli inglesi l'11 marzo del '17, ma il generale Jemal Pasha si oppone definendo indispensabile la difesa ad oltranza della Palestina, per evitare la caduta della città santa di Gerusalemme e l'isolamento della numerosa armata turca arroccata a Medina, nell'Hegiaz
Alla vigilia dell'offensiva, le forze dell'Intesa dispongono di oltre 60.000 combattenti di prima linea con oltre 500 cannoni e almeno 15.000 fra muli, cavalli e cammelli, un centinaio di aerei di tutti i tipi, più 230.000 soldati e ausiliari egiziani appartenenti alla riserva e addetti ai servizi logistici, ai trasporti (con 80.000 quadrupedi) e agli impianti ferroviari, questi ultimi costruiti dal genio in tempi molto rapidi per fare giungere in prima linea un fiume ininterrotto di rifornimenti. I turchi fronteggiano le forse dell'Intesa con circa 200.000 soldati peggio armati ed equipaggiati nonostante la presenza di qualche ottimo reparto di mitraglieri e artiglieri germanici e austriaci (i tedeschi dispongono anche di un dozzina di ricognitori Rumpler e di alcuni caccia Pfalz).
Il Corpo italiano viene aggregato alla forza mobile del generale Watson (un grosso contingente misto che comprende la 20ma Brigata di fanteria indiana, una Brigata di cavalleria indiana e un distaccamento a cavallo di fucilieri francesi) al quale Allenby ha affidato il compito di presidiare un tratto di fronte presso Gaza. Nel frattempo un piccolo distaccamento di carabinieri viene lasciato a Rafa per sorvegliare la linea ferroviaria Junction-El Tinech. Il 31 ottobre, l'armata britannica attacca Bersheeba che viene conquistata grazie ad una formidabile carica dei cavalleggeri australiani. Il 7 novembre, i turchi, temendo l'accerchiamento, si ritirano da Gaza, che avevano difeso strenuamente per molti mesi. Nel frattempo l'1, il 4 e il 5 novembre la compagnia bersaglieri si distingue nel settore di Mendur e poi a Dumbe Hill, questa fu utilizzata per tamponare eventuali aperture.
Il 7 dicembre, un reparto composto da 50 tra bersaglieri e carabinieri con 10 carri e circa 40 cavalli parte alla volta della Città Santa, che viene conquistata completamente il 9 dicembre. L'11 dicembre del 1917, attraverso la porta di Gerusalemme, faceva il suo ingresso in città il generale inglese E.H.Allenby. Il contingente italiano venne impiegato nella citta santa per servizi di guardia.
Il 15 dicembre, un altro reparto italiano viene inviato a presidiare Beit Hanun, a otto chilometri a nord di Gaza, per difendere la linea ferroviaria litoranea. Il 10 dicembre, finalmente, il Comando Italiano decide di mandare rinforzi a Porto Said, dove viene creata la Prima Compagnia "Cacciatori di Palestina" (140 uomini), agli ordini del capitano dei bersaglieri Felice Mercuri.

Il corpo italiano andava gradatamente ampliandosi, raggiungendo la forza di 100 ufficiali e 3000 uomini. Era costituito da 1 battaglione di fanteria, 1 compagnia di bersaglieri, 1 battaglione di fanteria formato da ex prigionieri liberati, 1 compagnia e 1 squadrone di carabinieri a cavallo, servizi di sanità, automobilistico, veterinario, di sussistenza e 1 battaglione di "Cacciatori di Palestina".

Il 26 febbraio, un distaccamento di cavalleria italiano presidia il nodo ferroviario tra Giaffa e Gerusalemme e pochi giorni dopo il generale Allenby, "soddisfatto per la buona condotta degli italiani", richiede al Comando di Roma l'invio di due divisioni, richiesta che viene, in un primo tempo, accolta con entusiasmo dal ministro degli Esteri Sonnino che ha sempre appoggiato l'idea di un grande Corpo di Spedizione Italiano in Medio Oriente.
Tuttavia la richiesta viene respinta dal nuovo Capo di Stato Maggiore, il generale Armando Diaz, in quanto "tutti gli uomini" gli sono necessari sul fronte veneto.
Successivamente, però, grazie alle pressioni del presidente del consiglio dei ministri Orlando, viene deciso l'invio di due battaglioni (900 soldati) "formati da residenti italiani in Egitto".



Il 19 settembre 1918, lo stesso giorno in cui gli alleati sfondano il fronte nemico in Macedonia, il generale Allenby riorganizzati i reparti parte all'attacco sfondando le linee turche e minacciandole di aggiramento. Per sottrarsi all'accerchiamento, i turchi ripiegano al nord permettendo alla coalizione di occupare il 1 ottobre Damasco e sette giorni dopo Beirut. Il 26 dello stesso mese la bandiera italiana con le altre sventola su Aleppo di Siria.
Tutti i reparti italiani in Palestina ed Egitto, dislocati a Porto Said, Giaffa e Sarona, verranno fatti rientrare in patria nell'agosto del 1919, mentre un ultimo distaccamento dei carabinieri a piedi di stanza a Gerusalemme e denominato "Distaccamento Italiano Carabinieri di Gerusalemme" rimarrà a proteggere la nostra delegazione consolare fino al 10 marzo 1921.

Vi invito anche a leggere l'articolo relativo alla basetta da me realizzata su questo soggetto

Bibliografia:

  • Guerra e vittoria, (1915-1918), di P.Maravigna - Torino, UTET, 1927
  • Military Operations, Egypt and Palestine, 1928, di G. MacMunn e C.Falls, (Storia Ufficiale Inglese)
  • The Palestine Campaigns, 1928, di A.P. Wavell,.
  • Zwischen Kaukasus und Sinai 1922, di Kress von Kressenstein, (periodo trattato: 1915-1917).
  • Official History of Australia in the war I, di C.E.W. Bean, Vol.1.
  • La Grande Guerra, di Emilio Faldella - Longanesi, Vol.2.
  • Gli Italiani in Palestina, (in Storia Militare N.33, giugno 1996)