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Nave Corsara Etrusca, V sec. a.C.
(5 voti)
Scritto da Leonardo Torricini   



Questa volta ho cercato di ricreare una ipotetica nave corsara etrusca, cosa non semplice, sia dal punto di vista modellistico che da quello relativo alla scarsa documentazione disponibile, oltretutto non sono certo esperto in marineria.
Spero di aver fatto una cosa apprezzabile, comunque chiedo venia in anticipo per eventuali inesattezze (inevitabili temo) e licenze di fantasia.



Mi sono ispirato alle poche informazioni e illustrazioni che ho trovato su vari libri, oltre a fare una ricerca su internet, sia per la nave che per l'equipaggio, visto anche il materiale che avevo ho optato per una ricostruzione di una nave del periodo attorno al V secolo a.C.



Le testimonianze che abbiamo sugli etruschi sono poche e indirette, perlopiù di fonte greca o latina; considerato che raramente i vincitori parlano bene dei vinti, e che tra il poco che ci è pervenuto ci sono così tanti apprezzamenti, si può dedurre che erano considerati davvero in gamba, specie riguardo alla navigazione.
Gli etruschi, chiamati anche tirreni, erano buoni costruttori navali e ottimi navigatori; furono fra i pochi ad avventurarsi oltre alle Colonne D'Ercole (Gibilterra), tentarono senza riuscirci (probabilmente perché ostacolati dai cartaginesi) di colonizzare le isole Canarie.
Così spavaldi, secondo la leggenda greca, da osare rapire il dio Dioniso, che però li trasformò in delfini e tramutò la loro nave in una vigna galleggiante, su questa celebre clix (coppa per bere) è raffigurato questo mito.



Tuttavia "Fufluns", il Dioniso dei tirreni, era una divinità molto importante nel panteon etrusco; "Fufluna" (l'odierna Populonia) era una città intitolata a quel dio, ed era una città marittima con tanto di porto.

Gli etruschi avevano commerci e rapporti, sia conflittuali che armoniosi, con gli altri popoli che solcavano il Mediterraneo come fenici e cartaginesi; parte dei greci li considerava pirati, anche se anticamente la pirateria era una pratica piuttosto comune, tanto da essere parte integrante delle varie attività di molte spedizioni cosiddette "commerciali" o "esplorative".
Nel periodo di vero conflitto con le città greche si può parlare più di azioni di guerra corsara che di pirateria, o addirittura di vere spedizioni militari, ad ogni modo la colonizzazione della Magna Grecia era impossibile più a nord per la presenza dei tirreni, che tuttavia furono alleati di Atene contro Siracusa..
Alcuni reperti testimoniano la presenza di barche a chiglia arrotondata già dal tardo periodo villanoviano (XI/X sec. a.C.), meno antiquate delle coeve greche a chiglia piatta derivate direttamente dalle zattere.
Con lo sviluppo della cultura etrusca anche la tecnica navale migliorò, e all'uso di piccole barche esclusivamente fluviale e lacustre, o tuttalpiù costiero, si aggiunsero vere navi di notevoli dimensioni che intraprendevano rotte marittime nel Mediterraneo.
Alcune caratteristiche pare siano derivate dalla tecnica fenicia, altro popolo di grandi navigatori, con i quali gli etruschi avevano frequenti contatti.
Pare che le antiche navi etrusche si distinguessero dalle altre anche da lontano, in varie attestazioni erano apprezzate soprattutto per la linea elegante, ad un etrusco di Pisa è attribuita l'invenzione del "corvo" (il ponte mobile per l'abbordaggio).



Per lungo tempo, almeno nel Tirreno e nell'alto Adriatico le navi etrusche ebbero la supremazia sulla flotta greca, mentre condividevano, seppur minoritariamente, il dominio del bacino occidentale del Mediterraneo con Cartagine, tradizionale alleata.
Se in età arcaica la navigazione era rara e senza regole, nel periodo classico sicuramente esistevano trattati e anche una sorta di regole di navigazione, evolutesi poi con l'ellenismo e l'impero romano, la pura pirateria era considerata fuorilegge, anche se era molto dubbia la differenza tra pirati e corsari.
Ad ogni modo c'erano mercanti e navigatori stranieri, soprattutto greci, che approdavano regolarmente in Etruria (normalmente come anche in altri posti) per commerciare e fare doni ai santuari, così come facevano gli etruschi in grecia e altrove.
Ci sono testimonianze di frequentazioni etrusche, anche stanziali, in vari centri del mediterraneo.

L'ascesa etrusca ha visto il periodo di maggior sviluppo fra il VII e il V secolo, ma soprattutto nel VI secolo. Questo periodo è chiamato Talassocrazia (dominio marittimo), molti principi e mercanti allestivano vere flotte e si svilupparono porti e cantieri.
Ad ogni modo gli etruschi non si organizzarono mai come nazione, al massimo momentanee alleanze fra città stato come in Grecia, ci furono anche vari confilitti interni, non sono rari i casi in cui eserciti e marina etruschi sono menzionati come mercenari, anche al soldo di potenze straniere o nemiche.
Nel periodo di declino, le città etrusche in parte sopravvissero, molti conflitti videro fasi alterne e anche un'ulteriore sviluppo di alcuni centri, ma anche la scomparsa di altri. Anche le città marittime e i loro porti in parte scomparvero, ma alcune, nonostante i saccheggi dei siracusani prima e di molti altri conflitti in seguito, proseguirono a fasi alterne fino all'integrazione nella sfera romana.
Dopo il crollo definitivo del dominio etrusco alcuni centri urbani ancora attivi continuarono a svilupparsi sotto il dominio di Roma, dando un contributo determinante per la sconfitta dei cartaginesi, soprattutto sul mare durante le guerre puniche.
Successivamente molti etruschi andando a formare in buona parte, prima come mercenari poi come cittadini, le legioni romane, e insieme ai vecchi nemici siracusani probabilmente contribuirono alla nascente potenza navale romana.


COSTRUIRE IL MODELLO


LO SCAFO
Lo scafo è in plastica e ricoperto di legno, in origine era una nave greca Atlantic, ormai appena riconoscibile solo dal rostro, dalla parte inferiore dello scafo e dalle dimensioni.




Fra i miei vecchi giocattoli resistiti fino ad oggi ho ritrovato i due scafi molto incompleti dell'Atlantic, mi sarebbe piaciuto restaurarne almeno uno, ma mancavano troppi pezzi.
Trovare (a prezzi accettabili) i pezzi mancanti è praticamente impossibile.
Pur essendo degli splendidi giocattoli non si possono certo considerare dei veri modellini realistici.
Allora invece di restaurarli alla meglio, senza pezzi originali e/o copie, perché non elaborarli e trasformare uno degli scafi del tutto?
Quindi ho deciso di usarne uno per una conversione.

Dopo aver deciso la forma dello scafo ho tagliato via le parti di troppo, arrotondato dove serviva, e scartavetrato la superficie in modo da poterla usare come base di incollaggio per il fasciame.
In questo modo ho ottenuto velocemente una sagoma grezza dello scafo, senza dover costruire la costolatura interna come per i modellini tradizionali in legno.
Quindi come fasciame ho incollato sopra una serie di listelli di legno a coprire tutto lo scafo, anche oltre dove serviva, in corrispondenza dei castelli di prua e di poppa, che a differenza dell'originale dovevano venire più alti e arrotondati invece che squadrati.
In questo modo si possono utilizzare gli scafi di economici e banalissimi giocattoli per creare velocemente degli ottimi scafi in legno, basta che abbiano la forma giusta, e non c'è bisogno di imparare tutta la difficile e lunga tecnica classica per costruire gli scafi dei modelli in legno.


I DETTAGLI
Ho cercato di creare parte delle caratteristiche descritte sulle navi etrusche, la forma della nave è quella classica delle "navi lunghe" ma senza banchi di voga sporgenti, con una linea più slanciata.
Sulle fiancate ci sono delle travi longitudinali, caratteristiche anche sulle navi fenicie, un rinforzo al fasciame per proteggere lo scafo dagli urti.
La chiglia non è piatta ma leggermente arrotondata.




Il ponte è in sagome di compensato inciso per simulare le tavole.
L'albero era il manico di un pennello e la vela una copia in resina dell'originale Atlantic.
Sul ponte ci sono dei sedili di voga supplementari, come si vede su certi vasi pitturati.
E' facile immaginare che a quei tempi nell'attività di pirateria, ma anche nella normale navigazione che era comunque alquanto insidiosa, fosse molto utile avere una propulsione di emergenza, una spinta extra per raggiungere una preda o per scappare.
Mi sono immaginato parte della ciurma combattente che supporta i vogatori per raggiungere l'obbiettivo, anche per farli prendere fiato prima della manovra finale d'attacco. Poi, giunti in prossimità dell'obbiettivo e riposto i remi sotto il castello di poppa, cominciano a tirare di giavellotto, arco e fionda; mentre l'equipaggio manovra e mette in posizione il corvo e gli opliti si preparano all'abbordaggio.



Sull'albero, da una sorta di rudimentale coffa, una vedetta armata di giavellotti bersaglia gli avversari dall'alto, altro dettaglio presente sui vasi dipinti.
Figuriamoci se non sfruttavano quella posizione elevata! Magari anche per metterci un disgraziato che deviasse parte dei tiri avversari dal ponte.



Le modanature sopra i castelli (aplustra e akrostolion) sono realizzate in legno, stucco e resina con l'aggiunta di qualche pezzetto in plastica, così anche il corvo, le fiancate, i parapetti e i banchi di voga.



Il bassorilievo sulla prua è stampato in resina su plastilina impressa con vari pezzi, ho usato la donna greca del set dell'acropoli Atlantic per rappresentare una "Menrva" (la Minerva etrusca), un lanciere 6 mm (pedina di uno wargame) per fare dei cavalieri in alto sui lati; con dei fili di colla rappresa ho provato ad aggiungere una chimera in basso e dei fregi.



I remi sono stati il problema maggiore, quelli originali erano troppo grossi e flessibili, prima ho provato ad appiattire delle stecche di plastica a caldo, ma venivano troppo fragili e irregolari. Allora ho risolto facendo uno stampo per una dozzina di remi (presi da un'altro modello), e li ho stampati in resina inserendoci una stecca di metallo all'interno di ognuno.
Poi ho preso le misure sullo scafo e ho fatto una serie di fori per inserirci i remi.
Un'altro particolare che stranamente manca sui modelli commerciali che ho visto, ma che ho riscontrato su vari bassorilievi e pitture, attorno alla base di ogni remo ho ricreato le "guarnizioni" impermeabili in pelle fissate agli scalmi sullo scafo.





Il corvo è un particolare molto fantasioso su una nave del V secolo, ma esteticamente mi piaceva, e poi essendo un'invenzione etrusca ho azzardato l'ipotesi di un prototipo, infatti è un ponte corto e rudimentale atto solo ad abbordaggi ravvicinati sulla fiancata.



L'EQUIPAGGIO

Per l'equipaggio c'erano i marinai romani Orion a disposizione, i vogatori non importavano molto dato che rimangono sotto coperta, comunque gli ho piegato i bracci nel verso giusto per imbracciare i remi.
Il resto dell'equipaggio in parte lo ho modificato, questa nave andrà su un diorama e voglio evitare il più possibile che le pose si ripetano, anche se su navi diverse.
Voglio rappresentare la battaglia del Mare Sardo del 480 a.C. fra greci focesi contro cartaginesi ed etruschi, forse sarà pronto entro un'annetto, almeno altre due navi: un'altra etrusca già a buon punto e una greca appena iniziata; forse anche un'altra se trovo come fare una nave cartaginese! Meno male che perdendo un po' più tempo risparmio in soldatini in resina e modelli convertiti... dovrò comunque spendere un patrimonio per la base trasparente del diorama.



Per la ciurma combattente mi sono arrangiato rielaborando e correggendo alcuni degli oscani Odemars, qualche italico Hat, e altri pezzi di vari figurini.
Pur mantenendo varie caratteristiche tipicamente etrusche, ho cercato di dare un'aspetto molto eterogeneo alla ciurma sia per le armi che per le armature, dato che sono pirati e non una milizia cittadina... La piccola impresa marittima di un piccolo modesto navarca!



Le vesti sono molto variopinte, gli etruschi erano ora apprezzati ora criticati per l'eccessivo lusso: "splendidi e molli sia in pace che in guerra", "anche i servi indossano abiti preziosi e gioielli" e così via... figuriamoci se non andavano in guerra tutti rileccati e in pompa magna!



Le armi (come il resto) potevano essere possedute, comprate, rubate, razziate, vinte... anche ai dadi (molti etruschi erano accaniti giocatori) ma quasi tutte di tipo etrusco o compatibili; i tipici elmi negau, montefortino, italici, ionici e calcidesi; semplici o con visiera, tesa, crestati e no; scudi perlopiù rotondi; armature semplici formate da cardiopilax (piastra pettorale) e schinieri; corazze anatomiche pesanti munite di schinieri, cosciali e copri-avambraccio; molto bronzo, un po' di ferro d'Athalia (Isola d'Elba) solo per i più ricchi; Giavellotti, archi e fionde; asce bipenne, spade italiche, kopis e machaire.



Volevo che dai boccaporti aperti sul ponte si intravedessero i banchi con i vogatori sottocoperta, e ho un po' esagerato, le ultime file si vedono solo in queste foto, chiuso il ponte addio. (datemi pure di bischero, lo so ;).
In origine le sezioni del ponte si potevano rimuovere ad incastro, tranne ovviamente il basamento sotto l'albero e i castelli, ma anche solo col cordame era già un casino toglierle e rimetterle, quindi prima di incollare i soldatini le ho fissate definitivamente per eliminare la pericolosa tentazione di aprirle.
Lo stesso anche per il corvo, altro bel particolare che girava e andava su e giù, che ho bloccato per evitare facili rotture e distacchi, soprattutto dei soldatini intorno.



Per la pittura il solito fondo nero con spennellatura a secco bianca, o di colore metallico solo sulle parti giuste. Colori molto diluiti per le parti in legno della barca, meno per il resto. Vari lavaggi e spennellature per i chiaro scuri sui soldatini.

Anche stavolta non ho usato direttamente i pezzi originali convertiti, bensì copie delle copie modificate, in effetti non c'è nessun soldatino di plastica sulla nave, solo copie in resina più o meno convertite, anche se solo con piccoli ritocchi alla posa come per i vogatori.
Ho fatto gli stampi dei master modificati e stampato tutte le copie necessarie in resina.

Per ora non ci sono set di etruschi disponibili, visto che questi, modestamente, mi pare che siano venuti abbastanza bene, di sicuro ulteriori copie mi serviranno anche per altri diorama. Se poi interessassero a qualcuno... basta ristamparli.